Il piccolo e accogliente paesino di Valloriate nell’ultima settimana di luglio ha ospitato per la seconda volta il Campeggio Resistente, iniziativa estiva del Presidio giovanile di Libera Cuneo, giunto quest’anno alla quarta edizione. Nato con l’idea di creare uno spazio, aperto ai giovani ma non solo, per riflettere ed approfondire temi cari alla nostra associazione quali la lotta alla mafia, la legalità, la “salute” pubblica, e che al contempo sapesse ridar vita e vigore, sia in senso storico sia in senso culturale, ai valori della Resistenza, anche quest’ anno il Campeggio è stato un momento di discussione particolarmente fervido ed intenso, oltre che una occa-sione di incontro tra persone e tra realtà associative.

Cogliendo lo stimolo della celebrazione dei 150 anni di unità d’Italia abbiamo individuato quale filo conduttore un aspetto per così dire “incompiuto” dell’unità d’Italia, ossia il divario mai colmato tra Nord e Sud ed il diverso modo in cui la criminalità organizzata si infiltra in questi territori. Il mito di una mafia quale “cosa del Sud”, fenomeno endemico del meridione d’Italia, ed ivi confinato, inizia timidamente e finalmente ad essere sfatato. Ma soltanto attraverso una profonda consape-volezza delle differenze sociali e nel tessuto economico tra Nord e Sud possiamo comprendere le diverse moda-lità di infiltrazione mafiosa, e dunque attrezzarci a contra-starla. Una infiltrazione che nel Sud Italia prende le forme di un controllo del territorio capillare, politico-burocra-tico, pseudo-militare, mentre nel Nord tende ad interes-sare sempre attraverso connivenze politiche il settore economico e finanziario, mediante il cospicuo riciclaggio dei capitali provenienti dal narcotraffico. Particolarmente critico il settore dell’edilizia e degli appalti, che sempre più costituisce lo strumento ideale per immettere nell’economia legale capitali di provenienza illecita.

Su questo e su altro si è cercato di riflettere ed approfondire con giornalisti, docenti, rappresentanti del mondo dell’associazionismo, scrittori, attori (anche l’arte, il teatro, può costituire un importante e diverso veicolo di sensibilizzazione al tema, come ci insegna l’esperienza di Giulio Cavalli), con incontri sempre aperti a domande e dibattiti, i cui contenuti emersi si cercava di rielaborare nei laboratori mattutini. Importante, infatti, è per noi concepire il Campeggio Resistente non come un insieme di incontri a sé stanti, ma appunto come un campeggio, ossia un percorso di più giorni portato avanti insieme, comunitariamente. Ciò che a nostro avviso permette da un lato di formare una rete di contatti duraturi (sempre importante per un’associazione che voglia davvero radicarsi sul territorio), dall’altro di tradurre operativamente le conclusioni a cui si giunge. A tale scopo, crediamo che trascorrere questi giorni in montagna, lontano ed al riparo dai frastuoni e dalla frenesia della città, abbia una importanza decisiva.

Ma, come prima accennato, i luoghi di volta in volta scelti per il Campeggio Resistente hanno sempre un legame diretto con la Resistenza partigiana. Vogliono in questo modo essere lo stimolo e l’occasione per fare storia in un modo diverso e diversamente interessante, cioè a partire dai fatti e dalle vicende di personaggi del luogo. Al confine tra Valloriate e Rittana si trova infatti la borgata “Paraloup”, avamposto strategico in cui si formò il primo nucleo partigiano, nel settembre ’43: una dozzina di uomini capitanati da Dante Livio Bianco e Duccio Galimberti, a cui più tardi si aggiunsero molti altri partigiani (tra cui Nuto Revelli, di ritorno dalla disastrosa campagna di Russia) e che resistette per due inverni alla pressione dei nazi-fascisti. Abbiamo voluto ripercorrere queste vicende e soffermarci sui valori da esse ereditati con una passeggiata ed un incontro domenicale organizzati in collaborazione con la Fondazione Nuto Revelli e l’ANPI. Un ringraziamento particolare va ai ragazzi della 33 Giri per aver curato le serate con concerti e spettacoli, e a tutti coloro che hanno preso parte all’iniziativa.

Emanuele Salvatore