4 chiacchiere con Travaglio

Martedì 18 aprile, Dronero.Serale
L’incontro nella palestra del Bersaglio è previsto per le 18, ma già un’ora prima la gente inizia a mettersi in coda per guadagnarsi i posti migliori. Alla fine, le circa 400 sedie disponibili non si riveleranno sufficienti per tutte le persone accorse. I gradoni laterali si affollano in pochi minuti costringendo molti altri a stare in piedi. La palestra è stracolma. Prende la parola un organizzatore per annunciare un breve ritardo dell’ospite. E’ raro che ci sia tanta attesa per un semplice giornalista. Ma non quando questo è Marco Travaglio. Il clima che si respira è quello dei grandi eventi. C’è chi si lamenta della crisi, chi discute del referendum elettorale che la Lega non vuole accorpare alle amministrative e chi firma per la campagna di solidarietà a Pino Masciari, imprenditore ribellatosi alla ‘ndrangheta, e a cui è stata negata la scorta nonostante le sentenze della magistratura.
Appena l’ospite entra, un po’ trafelato, scatta un applauso liberatorio. Durante le introduzioni di rito prendono la parola, tra gli altri, Pierluigi Balbi (assessore dronerese organizzatore dell’incontro) e Gianluca Serale, referente del presidio cuneese di Libera.  Ed è quest’ultimo che ricorda al pubblico quelle decine di giornalisti onesti e coraggiosi che spesso lavorano nell’ombra dell’indifferenza generale, mettendo a rischio la loro stessa incolumità. Il secondo applauso va a loro.
Travaglio inizia scusandosi per il ritardo, dovuto alla dose di articoli “extra” che ha dovuto scrivere sulla recente polemica, tutta politica, scatenata intorno all’ultima puntata di Annozero, dedicata al terremoto in Abruzzo. Ed è da qui che parte la sua chiacchierata, a ruota libera. «Non è così sconvolgente che quando l’informazione rivela verità scomode, i politici si irritino lamentandosi davanti alle telecamere », ma molto più spesso non succede nulla.  Infatti «ogni volta che vedo certi reportages davvero impressionanti, per fatti e individui denunciati, di Ruotolo o di Report, il giorno dopo sfoglio trepidante i giornali in cerca di un qualche articolo che li riprenda, ma niente. Di solito si preferisce non parlarne, per evitare che la gente sappia. Altro che polemiche mediatiche… Tutto cade nel silenzio più assoluto». Commentando poi la tempesta di critiche da parte di molti politici sull’ormai famosa puntata di Annozero: «Mi stanno telefonando molti giornalisti che mi chiedono di commentare le dichiarazioni sdegnose di Cicchitto, Gasparri o Capezzone. Ma cosa devo dire a Cicchitto? Io mica devo rispondere ai politici per il mio lavoro, semmai al codice penale. Ormai i partiti si considerano i padroni indiscussi della Rai. Se una trasmissione non li piace, si sentono autorizzati a fare i critici televisivi e a sproloquiare su tutto. Ma l’informazione travagliodovrebbe essere il cane da guardia del potere?». Travaglio ci tiene a precisare che Annozero non ha attaccato la protezione civile in sé, ma la sua macchina organizzativa: «Ruotolo ha detto che a  distanza di 5 giorni dal terremoto non c’era ancora un coordinatore responsabile. Ma nessuno è intervenuto dicendo: “Fermi tutti! Sono io il coordinatore, bugiardi!”, segno evidente che un responsabile generale non c’è nemmeno ora».
Il discorso si sposta poi sulla crisi mondiale «che sembrava il principale male dell’Italia poco prima del terremoto, ma ora non se ne parla quasi più». Travaglio non ha dubbi: la debolezza della nostra economia è tutta da imputare alla cultura dell’illegalità diffusa, «ogni volta che si rispolvera la questione morale o il conflitto d’interessi, molti dicono “Oh che noia, ancora questa pippa di Berlinguer! Non se ne può più…”. Dovrebbero capire che questi non sono concetti astratti, ma riguardano i nostri soldi» Come possiamo sentirci tutelati quando i controllati sono anche i controllori? «In America, l’FBI fa le retate a Wall Street per catturare i manager truffatori. In Italia, risolviamo il problema depenalizzando il falso in bilancio!». Parla anche di quote latte, «è sempre la stessa storia: ci sono gli allevatori che hanno infranto la legge perché alcuni partiti li rassicuravano. Infatti quando sono andati al potere li hanno salvati, pagando i loro debiti. Alla faccia di tutti gli altri onesti, che sono passati per stupidi… perché rispettavano le quote latte!».
Prima di concludere, siccome «il peso del fisco lo sentono molto più quelli che pagano le tasse che gli evasori» visto che i primi devono versare anche per questi ultimi, Travaglio ha lanciato la campagna Adotta un evasore!, «il mio, però, vorrei conoscerlo. E saprei anche cosa fargli». Standing ovation finale, prima degli autografi.

Oscar Borgogno