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La Resistenza al nazifascismo ieri e quella contro le mafie oggi, al Nord come al Sud. E’ questo il motivo per cui si chiama Campeggio Resistente l’iniziativa organizzata dal presidio “Daniele Polimeni” di Libera con l’Anpi e l’Istituto storico della Resistenza di Cuneo. Da tre anni, in estate, giovani e adulti si ritrovano in un luogo simbolo della lotta di Liberazione per riflettere sul ruolo delle mafie nel nostro Paese e su come la società civile può contribuire a combatterle.

Dal 22 al 25 luglio un centinaio di partecipanti si sono riuniti a Valloriate, in Valle Stura, per approfondire il tema “Mafia: la malattia di casa nostra”. Insieme a tanti ospiti hanno cercato di capire cosa significa “resistere” ad un sistema che trasforma i diritti in privilegi soffocando i principi democratici che fanno delle regole “il potere dei senza potere”, come spesso spiega Giancarlo Caselli.

Per quattro giorni si sono alternati laboratori, seminari e serate musicali organizzate dall’associazione 33Giri perché il Campeggio Resistente è anche un’occasione per conoscersi e divertirsi. Nel corso di ogni giornata sono stati affrontati vari aspetti del fenomeno mafioso: quello economico, sociale, culturale e ambientale. Le lotte di resistenza in Italia e Vietnam sono state al centro dell’incontro di apertura con Gino Borgna, consigliere nazionale dell’Anpi, e Marja Sabatini, artista italo-vietnamita che ha raccontato la sua infanzia durante la guerra di resistenza dei Vietcong.

Si è parlato poi del carcere come luogo di ripensamento con Andrea Bertola del birrificio Pausa Café gestito dai detenuti del Morandi di Saluzzo, Grazia Isoardi di Voci Erranti che cura un laboratorio teatrale al Cerialdo di Cuneo dove lavora anche Gaetano Pessolano, responsabile dell’area Trattamentale. Lo scrittore Alfio Caruso, il giornalista Luca Telese e il cantautore Gianmaria Testa hanno spiegato come la parola possa diventare strumento per indagare e raccontare le diverse pieghe del fenomeno mafioso.

Il pm Attilio Stea ha invece trattato la piaga dell’usura mentre la referente di Libera Piemonte Maria José Fava e Roberto Canu della rete Avviso pubblico hanno illustrato come le mafie operano al Nord. Anche in Piemonte, infatti, vi sono beni confiscati e Comuni sciolti per mafia, come quello di Bardonecchia di cui Canu è stato consigliere.

Adriano Mione di Banca etica, Isabella Spezzano delle cooperative Liberaterra e Franco Monnicchi della Comunità Emmaus di Boves hanno poi spiegato come sia possibile coniugare lavoro, economia e impegno. Testimonianze di giovani che hanno dato corpo all’ “antimafia sociale” sono state quelle di Carla Rostagno, sorella del sociologo ucciso negli anni ’80, e dell’ex olimpionico Rachid Berradi che nel quartiere Zen di Parlemo ha fondato un’associazione sportiva.

A conclusione del Campeggio Resistente 2010 i partecipanti hanno raggiunto la borgata di Paralup, sede della prima banda di Giustizia e Libertà che comprendeva Nuto Revelli, Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco. Qui sono intervenuti Attilio Martino, presidente provinciale dell’Anpi, MarcoRevelli, Daniele Regis, docente di architettura del Politecnico di Torino e il sindaco di Valloriate Gianluca Monaco.

Attilio Martino ha esortato i giovani a diventare “nuovi partigiani” per i quali valgano l’importanza della memoria e l’impegno sui fronti delle “nuove resistenze” come quella alle mafie. Un invito che il presidio “Daniele Polimeni” accoglie nel segno delle parole di Gramsci quando spiega che vivere significa essere partigiani cioè non indifferenti a quanto accade intorno a noi.

Anna Cattaneo