Treno della memoria 2009: 720 ragazzi, 1 treno, 1 viaggio
“E voi, imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare”. (Bertolt Brecht)
720 ragazzi, 1 treno, 1 viaggio.
Un unico obiettivo: ripercorrere una pagina di Storia PER NON DIMENTICARE.
Martedì 20 Gennaio:
Sono le 6.45 in piazza Europa: noi, cento giovani cuneesi, partiamo, assonnati ma entusiasti, per Torino. La prima tappa del nostro viaggio è il pala Ruffini, dove, dopo esserci riuniti con gli altri nostri compagni di viaggio, partecipiamo all’assemblea plenaria. Ci presentano il progetto e ci augurano buon viaggio alcune personalità di rilievo, tra cui i presidenti delle associazioni Terra Del Fuoco, Libera e ACMOS (organizzatori del progetto), insieme al presidente dell’ANPI e quello dell’ANED. I loro interventi iniziano a coinvolgerci nel nostro viaggio e a farci sentire davvero ‘comunità viaggiante’.
Alle 14 a Porta Nuova saliamo sul treno: inizia il lungo viaggio che ci porterà fino a Cracovia.
Mercoledì 21 Gennaio:
Alle 13.00 arriviamo finalmente a Krakow Plaszòw, dopo il lunghissimo viaggio d’andata. Non un semplice viaggio, ma un vero e proprio percorso d’iniziazione, tra letture, discussioni, riflessioni, dibattiti e scambi d’opinione.
Il tragitto è anche l’occasione per iniziare a conoscere e a conoscerci. Durante il pomeriggio, visitiamo liberamente il centro di Cracovia; dopo cena invece, una compagnia teatrale di Torino, partita con noi, ci propone una spettacolo focalizzato sulla situazione a Berlino durante le ultime fasi della dittatura nazista. Purtroppo durante lo spettacolo non tutti hanno saputo dimostrare un atteggiamento maturo e consono alla serata, disturbando coloro che erano veramente interessati.
Giovedì 22 Gennaio:
Questo è il nostro giorno della memoria.
“Ad Auschwitz c’era la neve…e un solo grande silenzio”. Silenziosamente diveniamo spettatori di un teatro che vide come attori uomini…divenuti cenere. Il nostro passaggio nei luoghi più significativi è accompagnato da letture sconvolgenti, che ci fanno riflettere e colpiscono nel profondo. Tra le baracche, i mucchi di valigie, capelli, scarpe, protesi e barattoli di gas Zyklon B, non vediamo solo numeri ma persone con le loro storie, le loro emozioni e le loro atroci sofferenze. Per ricordarle, ognuno di noi sceglie un volto tra le foto che ricoprono le pareti di un lungo corridoio e, scrivendo il suo nome su una fascetta, lo porta con sé per tutto il giorno.
La crudeltà, la malvagità, l’ipocrisia dei Nazisti non possono essere descritte con semplici parole, tanto ci colpiscono e ci segnano a fondo. Sono tanti i dettagli, ignoti ai più, che ci lasciano l’amaro in bocca: come sapere che i deportati erano costretti a lavorare al ritmo della musica suonata da un’orchestra; o visitare il ‘tribunale’ in cui le SS giudicavano coloro che non seguivano le regole del campo.
E poi la mazzata finale: le camere a gas e i forni.
Birkenau ( Auschwitz II) ci sconvolge ancora di più: il campo è immenso e la nebbia fitta contribuisce a rendere ancora più vasti, quasi infiniti, gli spazi. E poi la strada della morte: il lunghissimo tratto di rotaie che si inoltrano nel cuore del campo. Mentre camminiamo, o meglio ci trasciniamo, con il cuore pesante per il campo, il freddo si fa sempre più pungente; ma non ci lamentiamo: noi abbiamo i nostri giacconi, le nostre sciarpe, i nostri scarponi…Chissà come facevano i deportati per sopravvivere, ridotti ormai ad ombre d’uomini, con i loro vestiti pesanti, a volte addirittura scalzi…E poi lo sentiamo: un odore acre, pungente. L’odore della morte, l’odore della cenere impregnatosi nelle profondità del suolo…E’ ancora lì, dopo tutti questi anni, a ricordarci ciò che è successo.
Si è ormai fatto sera e, mentre il cielo si fa buio nel crepuscolo, ci riuniamo tutti davanti al memoriale di Birkenau. E’ l’ora della commemorazione: ognuno di noi legge il nome della persona che ha scelto e lascia un lumino acceso sulle rotaie. Tante luci, tanti nomi, tanti volti…Oggi noi vi ricordiamo. Andandocene, ci lasciamo alle spalle la sofferenza (e alcuni, fin da subito, si rilassano un po’ troppo, mancando di rispetto al silenzio sacrale di quei luoghi), ma questa giornata è indubbiamente un segno indelebile nel nostro cuore, un segno che porteremo sempre con noi.
Venerdì 23 Gennaio:
“Che cos’è la zona grigia?” E’ questa la riflessione intorno a cui ruota la discussione di questa mattina. La zona grigia di ieri: l’indifferenza degli abitanti di Oswiecin che vedevano ogni giorno gli orrori di Auschwitz, Birkenau e Monowitz ( Auschwitz III), e tacevano…La zona grigia di oggi: l’indifferenza dilagante, l’incapacità di prendere posizione contro le ingiustizie su cui si fonda la nostra società consumistica. E’ una discussione animata e coinvolgente, che ci permette di aprirci agli altri e condividere emozioni, sensazioni, opinioni ed esperienze di vita…
Nel pomeriggio, ci attende la seconda assemblea plenaria: si discute e ci si confronta, raccontando come abbiamo vissuto la lunga giornata nei campi e riportando le nostre riflessioni sulla zona grigia. La sera arriva e, dopo cena, è giunto anche il tempo di dedicarci allo svago: l’orchestra di ritmi moderni Arturo Piazza ci offre un fantastico concerto. Tutti siamo esaltati dal ritmo travolgente della musica e balliamo fino allo stremo…
Sabato 24 Gennaio:
E’ ormai il nostro ultimo giorno a Cracovia e tutti noi ci godiamo la mattinata libera per le strade del centro. E poi alle 16.00 siamo di nuovo sul treno, non più divisi in piccoli gruppi, ma tutti compatti, uniti dalle emozioni forti che abbiamo vissuto insieme e che abbiamo voluto condividere…E il tempo scorre in fretta sulla via del ritorno, in un clima d’allegria e di amicizia, tra il divertimento e le riflessioni più serie e profonde…
Domenica 25 Gennaio:
Quando, alle 16.30, arriviamo infine a Cuneo, siamo felici ma anche tristi: un nodosi stringe la gola, un pizzicori nostalgia per questa settimana meravigliosa. Ci lasciamo con un abbraccio e la promessa di rivederci presto…
Il viaggio non è finito; anzi, il vero viaggio inizia ora: il nostro compito ora è quello di raccontare a tutti ciò che abbiamo vissuto, di essere testimoni della Storia, di combattere l’indifferenza dilagante della zona grigia, per migliorare noi e gli altri, per non dimenticare.
Jacopo
NOTA: Grazie di cuore a Matteo, Martina, Roberta, Francesca, Giacomo, Daniele, Valentina e Michela, che hanno partecipato alla stesura di questo ‘diario di viaggio’.