Cineforum novembrino!

Salvatore Giuliano

Lunedì 17 novembre alle ore 20.45 ci sarà la proiezione del film “Salvatore Giuliano” del 1961.

Regia di Francesco Rosi
Scheda del filmSubito dopo la liberazione della Sicilia, Salvatore Giuliano, già fuorilegge per aver ucciso un carabiniere, costituisce una banda ed entra a far parte dell’esercito separatista, sostenendo conflitti a fuoco con soldati e carabinieri. Quando questo esercito viene sciolto, Giuliano rimane isolato con la sua banda ed è costretto a riprendere la sua attività di fuorilegge. Uno dei fatti più gravi di questa attività è costituito dall’episodio di Portella della Ginestra, nel quale numerosi uomini, donne e bambini furono uccisi dalla banda. A questo punto viene decisa dalle autorità una guerra senza quartiere contro Giuliano. Uno dopo l’altro cedono i capisaldi della sua difesa e la mattina del 5 luglio 1950 il suo corpo inanimato viene ritrovato nel cortile di una casa di Castel Vetrano. Ma la storia non è conclusa. Gaspare Pisciotta viene avvelenato in carcere e altri mafiosi che hanno compiuto con lui i misfatti sono colpiti da mani misteriose.

Giuseppe Fava

Lunedì 24 novembre alle ore 20.45 ci sarà la proiezione del documentario su Giuseppe Fava tratto dalla “Storia siamo noi”.

Scheda del documentarioIn questa puntata dedicata alla straordinaria figura di Giuseppe Fava, uomo carismatico e illuminato che ha dedicato la sua vita all’affermazione della verità e della giustizia, a raccontare quegli anni non sono solo gli amici e i familiari di Pippo Fava, ma anche la testimonianza, eccezionale e inedita di Angelo Siino, il pentito di Mafia (arrestato nel ’91) che è stato definito il Ministro dei Lavori Pubblici di Cosa Nostra e inoltre uomo di riferimento del clan dei Santapaola:
“Fava era un personaggio che guardavo con simpatia. Aveva quel suo foglio dove io attingevo delle notizie che non capivo come potesse avere. Evidentemente era un osservatore attento della situazione mafiosa, e politico-affaristico-mafiosa, della zona. Era molto attento a queste cose e per questo pagò. I politici riuscivano in quel momento a fare il bello e cattivo tempo e a un certo punto ci fu l’entrata in campo della mafia che non si accontentò più di gestire l’appalto per quanto riguardava le forniture o i sub appalti, ma volle essere persona che decideva sulla conduzione del lavoro. Io ero stato incaricato di distribuire i soldi degli appalti e di fare da mediatore. Dovevo ridurre le richieste della mafia e soprattutto contenere quelle dei politici, le quali – può sembrare strano – erano molto più esose di quelle dei mafiosi!”.