Gita a Cascina Saetta

  Cascina Saetta, il primo bene confiscato in provincia di Alessandria è stato sottratto nel 2005 a esponenti genovesi della mafia gelese. Nel 2010 è stato assegnato al Comune di Bosco Marengo, mentre dal 2014 è stato delegato all’Associazione Percival per la sua gestione e il suo riutilizzo sociale.
Questo è il video dell’inaugurazione del 2016:
https://www.youtube.com/watch?v=OKC5Js-w0Z8


Il presidio di Libera di Cuneo e Liberavoce Odv Onlus organizzano la gita al bene confiscato di Cascina Saetta sabato 11 Maggio.
Il programma indicativo è il seguente:
– Partenza da Cuneo alle ore 7
– Sosta e visita del Complesso Monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo, con le tavole dell’altare maggiore della chiesa progettato da Giorgio Vasari
– Pranzo al sacco
Visita guidata al bene confiscato
– Ritorno previsto in serata

Il trasporto verrà organizzato sulla base del numero di partecipanti.
Al momento è previsto un pulmino da 9 posti al costo di 15€ a testa comprensivo di trasporto e contributo per il sostegno all’Associazione Percival che gestisce il bene confiscato.
Iscrizioni aperte fino al 20 Aprile all’indirizzo email liberacuneo@gmail.com
Agli iscritti verranno inviati per email tutti i dettagli sulla gita una volta che si definirà il numero di partecipanti.


Cascina Saetta, il primo bene confiscato alle mafie in provincia di Alessandria sperimenta l’acquaponica. A frazione Donna, a Bosco Marengo, sorgono  degli impianti che permettono di allevare pesci, filtrare dagli scarti l’acqua delle vasche e utilizzarla poi per coltivare ortaggi.
Una tipologia di allevamento mista ad agricoltura sostenibile, ha spiegato Carlo Piccini, referente provinciale di Libera Alessandria, già sperimentata in altre parti del mondo e che la Fao ha in particolare sostenuto a Gaza, finanziando un centinaio di questi impianti “a bassissimo consumo ma a grande produttività”.
Con questo progetto, il cammino di Libera per restituire alla collettività un bene della mafia vede quindi  finalmente il traguardo. Quella che oggi è una cascina intitolata alla memoria di Antonino Saetta, il giudice che iniziò la sua carriera come pretore ad Acqui e venne poi ucciso dalla mafia insieme al figlio nel 1988, fino al 2005 era il covo di un boss del clan gelese che gestiva il traffico di droga e prostitute a Genova ma che a Bosco Marengo nascondeva “armi e latitanti” ha ricordato Piccini.
Una volta sequestrato il bene è rimasto poi nella disponibilità del Demanio e solo nel 2010 è passato al Comune di Bosco Marengo. Gli anni trascorsi hanno però indebolito la struttura originaria che, alla fine, è stata abbattuta.
Nel novembre del 2014 è poi arrivata la tanto attesa delega all’associazione Parcival e sono iniziati i lavori per ripulire l’area dalle macerie, realizzare una tensostruttura e nuovi servizi igienici. “Anche se la casa originale non c’è più, Cascina Saetta ha un forte valore simbolico e grandi potenzialità di sviluppo ha aggiunto Piccini che insieme all’associazione Libera accompagna periodicamente scolaresche e gruppi scout a frazione Donna per raccontare la storia di questo bene e soprattutto come la criminalità organizzata si muova anche nel Nord Italia.
https://www.facebook.com/CascinaSaetta/